CENTOPAROLE (caffé lungo)
Doveva essere molto timido. Non una parola ai commessi. Era un uomo solo, con quel suo impacciato cercare tra gli scaffali. A suo modo, un eroe: in un’epoca in cui tutti chiedono l’aiutino, lui non chiedeva nulla. Eroica timidezza. Le sue risposte, se le voleva guadagnare: risposte preziose, a giudicare da come stringeva fra le braccia i volumi, diretto alla cassa. Timidamente: non una parola per farsi aiutare. Solo una forbice. Una piccola forbicina con cui tagliuzzare tutti quei libri appena comprati. E comporre per la bella cassiera la magia d’amore per cui gli sono sempre mancate le parole.
5 Comments:
At 22:44, ajnachackra said…
semplicissimo: un'amica fotografa mi ha chiesto di farmi intervistare, e io ho accettato ;-)
At 17:35, Anonimo said…
Io ti ho scoperto proprio grazie a Glamour.
La storia dell'omino silenzioso mi ha catturata.
Complimenti...
At 18:54, ajnachackra said…
Grazie grazie grazie. Vedo che piace molto il caffé un po' allungato. E le altre più ristrette? ;-)
At 07:46, Anonimo said…
I caffè ristretti sono dei piccoli lampi di genio...come quello su Einstein e la massa...
At 15:43, ajnachackra said…
quello l'ho scritto 8 chili fa... un caffé autobiografico, insomma...
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